VMware vSphere 6 è stato ufficialmente annunciato introducendo nuove interessanti funzioni e miglioramenti in ogni parte della piattaforma
Il nuovo VMware vSphere 6.0, annunciato da poco, ha ulteriormente alzato i limiti già decisamente elevati della versione 5.5 portandoli ad un traguardo di tutto rispetto. Sicuramente sono molto di più di quanto potrebbe servire nella media (soprattutto se ci caliamo nella realtà italiana), ma ricordiamoci che in alcuni casi vi è la necessità di soluzioni molto dense e verticali (ad esempio in soluzioni cloud o VDI).
Inoltre vi è il caso delle business critical application che richiedeno, in alcune situazioni, delle vere e proprie monster VM. Oltre alle preannunciate evoluzioni di vMotion, VCSA, FT e altri, la nuova release evidenzia come novità i Virtual Volumes (VVols) che cambiano completamente il modo in cui lo storage viene presentato.
La nuova release supporta valori massimi doppi rispetto alla precedente versione.
Host
- 64 nodi per cluster
- 480 CPU
- 12TB of RAM
- 2.048 virtual machine per host
- 8.000 virtual machine per cluster
Virtual machine
- 128 virtual CPUs
- 4TB virtual RAM
- Miglioramenti hot-add RAM per vNUMA
- Accelerazione WDDM 1.1 GDI
- USB 3.0 xHCI controller
- Miglioramenti nelle porte seriali e parallele
- Virtual hardware 11
vCenter Server
Sono disponibili due modelli di distribuzione per vCenter Server 6.0: Embedded, la nuova Platform Services Controller (PSC) e il sistema vCenter Server installati sulla stessa macchina. External, PSC e l’istanza vCenter Server vengono installati su macchine differenti. Per semplificare il processo di distribuzione, i servizi VMware vCenter Inventory Service, VMware vSphere Web Client, auto deploy etc., non prevedono più procedure di installazione separate. Entrambi i modelli di distribuzione supportano un database integrato PostgreSQL, mentre i database esterni supportati sono Microsoft SQL o Oracle per la versione Windows di vCenter Server mentre la VCSA supporta Oracle..